Arte e natura 1



Arte e natura sono da sempre due termini che si mescolano l’una nell'altra.
L’artista medioevale in generale, e in particolare nel basso medioevo, non è significativamente riconosciuto nella società, è ritenuto un artigiano, quasi un operaio, non vi è una particolare considerazione e anzi l’intellettuale disprezza il lavoro manuale disprezzando quindi l’artista.
Gli artisti sono quindi in grande difficoltà psicologica dal momento che la loro attività non viene considerata come ricerca speculativa.
Nella grande divisione tra arti meccaniche e liberali (cioè tra lavoro manuale e intellettuale, riprendendo le suddivisioni proposte sin dal mondo greco) gli artisti si trovano al livello delle arti meccaniche.
Tutto l’impegno degli artisti starà dunque nello staccarsi dalle arti meccaniche per raggiungere le arti liberali.
A partire dal 1500 questi incominciano ad essere nobilitati in Francia, a Roma e poi in Europa: è in questo periodo che nasce L’associazione che si fa della pittura con la poesia (ut pictura poesis = come la pittura è la poesia) .
Questa affermazione è benissimo dimostrata dall'opera dei Baccanali Ludovisi dipinta da Tiziano tra il 1523 e il 1526: sono l’esatta rappresentazione di ‘Immagini’, opera letteraria del retore greco Filostrato il vecchio, ecco una descrizione poetica che si fa pittura.
Nel 1550 Giorgio Vasari, nella prima edizione delle ‘Vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti’, spiega i fondamenti che servono per diventare un bravo pittore: occorre copiare dalla natura, non si può prescindere da questo e Giotto, notato da Cimabue mentre dipinge una pecora, è il massimo esempio della pittura dal vero.
Notiamo che in questo momento, assieme alla poesia, si inserisce l’aspetto naturalistico e uno dei tanti esempi di questa unione ci viene fornito dal poema dell’inglese John Keats: ‘Ode ad un’urna greca’ del 1819.
Nonostante l’autore si collochi in un periodo molto più recente rispetto a quello degli argomenti trattati in precedenza ne riassume il concetto principale invertendo i soggetti: qui è l’arte che si fa poesia.
L’autore, affascinato dal mondo ideale di un’antica urna greca raffigurante azioni ed emozioni che contraddistinguono un momento di festa, comprende come la realtà sia bellezza e la bellezza realtà.
Così, la rappresentazione della natura è una rappresentazione di realtà e quindi anche di bellezza.
Nel libro che narra della vita del famoso entomologo francese Jean-Henry Fabre scritta nel 1912 da un suo allievo ritroviamo una frase chiave del nostro discorso affermata con una certa sicurezza: ‘Fabre era un attento osservatore della natura e per questo doveva essere per forza anche un poeta.