Indotto,
stimolato, incoraggiato, incitato, spronato esortato, pungolato, istigato a scrivere sull'idea delle collezioni, da Matteo Grasso, mi accingo ad
evidenziare e a riportare a noi dall'oblio persone ed eventi poco conosciuti
e/o dimenticati.
Il concetto, le
motivazioni e le definizioni di collezione e di collezionismo non ci trovano in
sintonia e in accordo durate le nostre elucubrazioni di gruppo. Ma preferisco
esporre le mie esplicazioni con esempi e con descrizioni di eventi e personaggi,
per cercar di modellare più semplicemente il mio pensiero sull'argomento.
Il primo personaggio
che voglio presentare è Planude.
Ed
ecco la classica domanda: “chi era costui?”
Nacque a Nicomedia l'antica Astacus (oggi la
moderna İzmit - Turchia) in Bitinia. Così si chiamava la sua regione natale che
si può identificare subito ad est di Istanbul, tra il Mar Nero e il Mar di
Marmara (oggi suddivisa grossomodo tra le province di Istanbul e Kocaeli);
trascorse la sua vita a Costantinopoli, dove studiò ed insegnò, dopo aver
scelto la vita monastica che lo portò a cambiare il nome da Manuele a Massimo.
La
sua passione fu la cultura, in senso lato, per gli autori antichi di epigrammi,
provvidenziale poiché la sua opera più famosa non è altro che una collezione in
sette libri di ben 2.400 epigrammi che così arrivarono in occidente grazie alla
sua passione per il raccogliere e catalogare.
Mi
piace dover ringraziare questo eccelso erudita per la riscoperta che fece di
Tolomeo, la cui opera “Geografia” fu finalmente assisa alla cultura
occidentale.
Rappresentazione di Tolomeo nel coro ligneo del duomo della città di Ulm, in cui, nel 1482, fu stampata una famosa edizione primo atlante pubblicato a Nord delle Alpi e il primo con le carte impresse in xilografia (i due incunaboli precedenti della Geografia di Tolomeo - Bologna 1477 e Roma 1478 - recavano carte incise in rame). L'incisore delle xilografie fu probabilmente Johann Schnitzer di Armsheim (il planisfero reca la sua firma). |
L’opera
di Tolomeo era conosciuta nella tarda età romana per poi
perdersi nell'oblio per quasi mille anni, a causa anche dell’osteggiamento
degli autori antichi soprattutto tra i bizantini. Planude, scova un volume
greco dell'opera, e si squarcia il velo della dimenticanza oltre alla
percezione del mondo. Grazie alle copie fatte, Emanuele Crisolora e poi un suo
allievo Iacopo Angeli (tra il 1405 e il 1410), che ne terminò la traduzione
in latino. Il lavoro di Tolomeo arrivò a divulgarsi anche tra i sapienti latini
e divenne un "best seller" tra i principi europei e italiani che fecero
realizzare copie stupendamente miniate per le loro biblioteche. Contribuendo al
concetto di collezione che più mi piace e cioè quello della riscoperta e del
rimaneggiamento delle cose e dell’idee che portano ad una evoluzione del
pensiero e non ad una mera e stantia conservazione delle cose.